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Eventi avversi associati all’utilizzo delle manipolazioni cervicali

fisioterapista eseguendo manipolazione cervicale

Il dolore cervicale rappresenta una condizione ad alta prevalenza nella popolazione. Numerose sono le tecniche di terapia manuale utilizzate per trattare tale tipo di disordine da parte di differenti tipi di terapisti, tra i quali vanno ricordati fisioterapisti, chiropratici e osteopati. Le tecniche manuali utilizzate includono le manipolazioni, le mobilizzazioni e i trattamenti dei tessuti molli. Nonostante la loro efficacia questi trattamenti sono stati associati, seppur raramente, ad eventi avversi gravi.

In un articolo del 2010 Carlesso et al. hanno effettuato una revisione sistematica degli studi pubblicati dal 1998 al 2009 quantificando tutti gli eventi avversi registrati con manipolazioni e mobilizzazioni cervicali. Per esprimere il grado di pericolosità delle differenti tecniche gli autori hanno calcolato il rischio relativo (risk rate, RR) delle stesse, il quale corrisponde alla probabilità che un soggetto, appartenente ad un gruppo esposto a determinati fattori, sviluppi la malattia, rispetto alla probabilità che un soggetto appartenente ad un gruppo non esposto sviluppi la stessa malattia. Gli autori riportano il come il rischio relativo per eventi avversi minori aumenti lievemente, riportando un RR di 1.96 per quanto riguarda la comparsa di sintomi neurologici temporanei e un RR di 1.25 per l’aumento del dolore cervicale. Pur non riportando eventi avversi gravi concludono sostenendo che non è possibile trarre alcuna conclusione definitiva per via del basso numero di studi, dell’associazione debole, della moderata qualità degli studi moderata e della presenza di “sampling bias”.

Un evento avverso grave che è stato descritto in associazione a trattamenti manipolativi cervicale è dato dalla dissezione dell’arteria vertebrale che può comportare un ictus cerebrale. Tale complicanza è piuttosto rara e una linea guida del 2002 ha stimato che il rischio per la manipolazioni cervicale varia tra 0.01% e 0.0005%. Più recentemente Herog et al. hanno realizzato uno studio nel quale è stata valutata la tensione cui è effettivamente sottoposta l’arteria vertebrale durante l’esecuzione di tecniche di manipolazione cervicale, realizzandole su dieci cadaveri. I risultati di tale studio suggeriscono come le manipolazioni siano in grado di causare tensione a livello dell’arteria vertebrale che possono arrivare al massimo al 55% di quelle normalmente prodotte durante i movimenti cervicali e al 22% della tensione media richiesta per produrre una lesione del vaso. Gli autori concludono che le manipolazioni spinali cervicali non sono in grado di produrre una lesione se applicate a persone che presentano arterie vertebrali sane. Appare comunque evidente che, nonostante le lesioni della arterie cervicali siano un evento raro, il reale rischio rimane sconosciuto in quanto molto difficile da determinare in modo preciso essendo impossibile stabilire il numero di manipolazioni eseguite ogni anno e non essendo registrate tutte le complicazioni.

 

Bibliografia

Carlesso, L. C., Gross, A. R., Santaguida, P. L., Burnie, S., Voth, S., & Sadi, J. (2010). Adverse events associated with the use of cervical manipulation and mobilization for the treatment of neck pain in adults: a systematic review. Manual therapy, 15(5), 434-444.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28171776

 

Gross, A. R., Kay, T. M., Kennedy, C., Gasner, D., Hurley, L., Yardley, K., … & McLaughlin, L. (2002). Clinical practice guideline on the use of manipulation or mobilization in the treatment of adults with mechanical neck disorders. Manual Therapy, 7(4), 193-205.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12419654

 

Herzog, W., Leonard, T. R., Symons, B., Tang, C., & Wuest, S. (2012). Vertebral artery strains during high-speed, low amplitude cervical spinal manipulation. Journal of Electromyography and Kinesiology, 22(5), 740-746.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22483611

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